MARIANA PINEDA
Mariana Pineda Muñoz nacque nel 1804 a Granada e morí nel 1831. La sua vita coincise con un periodo spagnolo molto convulso. Una lotta di potere radicale tra il liberalismo e l’assolutismo. All’età di quindici anni Mariana Pineda si sposò con Manuel Peralta y Valle; tre anni dopo rimase vedova (1822). Infuita dalle idee liberali di suo marito da subito si distinse per il suo entusiasmo a favore della libertà, per cui quando nel 1823 venne ristabilito l’assolutismo di Fernando VIII, venne scrupolosamente controllata dallo Stato.
Dopo il fracasso dei tentativi liberali di Espoz y Mina e di Torrijos, quest’ultimo fucilato insieme a 52 compagni, per restaurare il sistema costituzionale, le autorità vennero a sapere che in Andalusia si preparava una grande insurrezione liberale e che Mariana Pineda stava ricamando una bandiera per gli insorti. Trovata a casa sua con la bandiera e il telaio, venne incarcerata e rapidamente condannata per delitto capitale. Mariana Pineda diede prova di grande serenità e di un valore illimitato. Venne interrogata molte volte per farle confessare il nome dei suoi complici a cambio della vita ma lei resistette e venne giustiziata a vile garrotta.
Passò alla storia come un’eroina liberale. La sua vita venne raccontata in un’opera popolare che fu punto di partenza dell’opera ‘Mariana Pineda’ di Federico García Lorca che andó in scena per la prima volta nel 1927 a Barcellona, con scenografia e abiti disegnati da Salvador Dalí e con Margarita Xirgu nel ruolo della protagonista.